sabato 15 ottobre 2016

I pericoli della montagna in inverno

I pericoli della montagna nella stagione invernale

In montagna esistono zone controllate e zone non controllate.

ZONA CONTROLLATE


Le zone controllate sono quelle in cui sono presenti delle infrastrutture; in tali località il problema valanghe è costantemente monitorato, in quanto del personale tecnico competente si assume il compito di rendere agibile la località quando ci sono le condizioni di sicurezza e ne attua la chiusura in caso di pericolo.

Al di fuori delle zone controllate, anche di poche decine di metri, entriamo in un ambiente non gestito in cui sono possibili anche fenomeni naturali violenti come le valanghe.


ZONE NON CONTROLLATE


Chi decide di praticare escursioni in ambiente invernale incontaminato deve essere cosciente che la sua incolumità e quella delle persone che gli stanno vicine è legata principalmente:
  • alla conoscenza delle condizioni nivo-meteorologiche;
  • alla conoscenza dell’ambiente;
  • all’esperienza;
  • all’attrezzatura.

Cosa è indispensabile fare?


A casa il giorno prima:

  • controllare che l’ARTVA abbia le batterie cariche;
  • controllare che sonda e pala siano efficienti;
  • ascoltare attentamente le indicazioni del Bollettino nivo-meteorologico relativo alla zona dove si vuole effettuare la gita;
  • se la gita è all’estero, prendere nota dei numeri telefonici di riferimento per l’allertamento dei soccorsi;
  • scegliere la gita adeguata alle condizioni meteo-climatiche e nivologiche, anche e soprattutto in base alla preparazione psicofisica dei partecipanti.

In montagna prima di iniziare la gita:

  • indossare correttamente l’ARTVA, controllare il funzionamento di tutti quelli dei partecipanti alla gita;
  • controllare che gli sci (o le racchette da neve) siano scollegati dagli scarponi (niente cinturini) e che i bastoncini siano impugnati fuori dai laccioli;
  • tutti devono avere ARTVA, sonda e pala;
  • ricordarsi che la neve è fredda, molto fredda …quindi coprirsi adeguatamente.

Durante la gita:

  • durante il percorso è sempre importante valutare ogni singolo pendio che si deve attraversare (in caso sospetto si dovrebbe eseguire il test di stabilità);
  • in caso di dubbi o di pericolo né preferibile rinunciare alla gita;
  • lo zaino deve essere legato saldamente alla vita a protezione del dorso; se ben fermato può proteggere dagli urti e dal freddo;
  • la prima regola è anzitutto quella di non essere travolti evitare quindi i pendii potenzialmente pericolosi.

In caso di travolgimento:

  • mantenere la calma e cercare di aprire immediatamente gli attacchi degli attrezzi (sci, snowboard, ciaspole);
  • tentare di galleggiare in superficie muovendosi come se si volesse nuotare (ovviamente non è una cosa semplice!);
  • una volta che ci si è arrestati, se si è coscienti ed in superficie, valutare le proprie condizioni fisiche, controllare se i compagni di gita sono stati travolti o sono ancora in superficie ed attivarsi immediatamente per farsi vedere.

Dopo la caduta della valanga:

  • valutare se esiste pericolo di ulteriori distacchi! Se così non fosse (ma occorre essere certi) commutare l’ARTVA in ricezione ed iniziare la ricerca dei compagni scomparsi;
  • è indispensabile procedere all’immediata ricerca dei travolti che, se sommersi, devono essere individuati con la sonda e dissepolti dalla neve che li ricopre… 15 minuti sono veramente pochi;>
  • contemporaneamente effettuare la ricerca VISTA-UDITO, verificando palmo a palmo il campo della valanga. Ad ogni oggetto ritrovato sondare nella zona circostante, ed in caso negativo lasciarlo sul posto segnalandolo visibilmente;
  • il 58% dei travolti non rimane completamente sepolto quindi potrebbe essere rintracciato da un controllo scrupoloso della superficie della valanga. Anche i rumori e le grida di aiuto possono essere utili. Procedere quindi celermente alla ricerca con l’ARTVA;
  • in caso di ritrovamento di parti del corpo sporgenti dalla valanga, procedere immediatamente alla rimozione della neve, cercando di raggiungere il più velocemente possibile la testa ed in particolare le vie respiratorie. E’ assolutamente importante verificare l’esistenza della sacca d’aria davanti alle vie respiratorie. Se la bocca e il naso fossero ostruiti devono essere immediatamente liberati;
  • è assolutamente importante spalare la neve iniziando a valle dell’ipotetica posizione del travolto per evitare che la neve spostata possa ricadere nella fossa di scavo;
  • in caso di incoscienza, di assenza di respiro e di attività circolatoria del travolto provvedere, se addestrati, alla Rianimazione Cardio Polmonare;
  • solo dopo la ricerca VISTA-UDITO e ARTVA allertare i soccorsi: se siete dotati di telefono cellulare e la zona è coperta, per tutto il territorio italiano comporre il numero 112 che si riferisce al Servizio Sanitario Urgenza ed Emergenza, che smisterà successivamente la chiamata al Soccorso Alpino;
  • nell’attesa dell’arrivo delle squadre del Soccorso Alpino sarà necessario continuare instancabilmente la ricerca nelle zone di accumulo, nelle eventuali curve della valanga, in prossimità di massi ed alberi e sul fronte di accumulo della valanga.

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